La sfida dei dentisti di Rivoli «Nessuno come noi» • Kinderdental&Family

kinderdental torino magazine giugno 2021

Indice:

  1. Ortognatodonzia: perché questa specializzazione non è obbligatoria in Italia e perché dovrebbe esserlo
  2. Perché sottoporre i bambini a una visita dentistica prima dei 6 anni?
  3. Quando fare la prima panoramica?
  4. Le radiazioni sono nocive?
  5. Come ci occupiamo del quadro clinico del paziente?
  6. Qual è il valore aggiunto di Kinderdental?
  7. La sicurezza degli spazi prima di tutto
  8. Perché mettere apparecchi da piccoli?
  9. Quanto costa?
  10. Dottor Arturo Fortini: chi è?
  11. La collaborazione con l’Ospedale di Pisa per la labiopalatoschisi
  12. Il ruolo sociale dell’odontoiatra

Nel medical building di Rivoli, un team di specialisti in ambito dentistico mette in campo competenze, deontologia e tecnologie di ultima generazione per venire incontro alle esigenze dei pazienti.
A partire dai bambini, con un servizio di ortognatodonzia d’eccellenza.

È un senso di fiducia quello trasmesso da medici preparati e appassionati al proprio lavoro, che con dedizione si occupano dei propri pazienti. Alle porte di Torino, alcuni dentisti hanno unito le forze in una compagine efficiente proprio con l’obiettivo di offrire un punto di riferimento sicuro, e addirittura divertente, per tutta la famiglia.

I criteri guida del loro operato sono: deontologia coscienziosa, preparazione ai massimi livelli, tecnologia all’avanguardia ed elevata sensibilità nell’approccio verso uno dei nostri organi più importanti, la bocca. Incuriosita dal passaparola sull’attività svolta nel PalaTober, un intero medical building dedicato ai pazienti per offrire ogni tipo di prestazione sanitaria sia convenzionata con il SSN che privata – tutto in un’unica struttura al centro di Rivoli, in corso Francia 10 – decido di contattare questi odontoiatri che utilizzano le ultime tecnologie per trattare il cavo orale, in una visione olistica e non settoriale del corpo umano. Prenoto così un appuntamento per mia figlia alla Kinderdental & Family dei dottori Antonio Norcia, Giada Matacena e Pietro Vannetiello. Siamo accolte dalla dottoressa Giada Matacena, che si occupa dei bambini e dei ragazzini. Mi aspetto un atteggiamento sussiegoso, visti i tanti titoli di cui si fregia, invece vengo conquistata dalla sua affabilità. Matacena è ortodontista, specializzata cioè in Ortognatodonzia, la branca che si occupa in modo specifico degli apparecchi e dei problemi dell’articolazione temporo-mandibolare.

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Dottoressa, per mettere gli apparecchi ai denti non basterebbe una specializzazione di grado inferiore o solo la laurea in Odontoiatria?

«Purtroppo in Italia sì: nel nostro Paese la specializzazione triennale in Ortognatodonzia non è obbligatoria, ma a mio parere dovrebbe esserlo, perché si tratta di una preparazione più specifica e adeguata a questo ambito. È altresì la branca cardine da cui è nato il progetto di Kinderdental & Family by Dental Studio Torino, una peculiarità tutta nostra: l’ortodontista, infatti, è solitamente un consulente che presenzia sporadicamente in diversi studi; io, invece, sono ortodontista permanente, presente ogni giorno dalla mattina alla sera, sabato compreso. Collabora con me il dottor Antonio Ciannamea, anche lui specialista in Ortognatodonzia e master di secondo livello, e insieme ci occupiamo prevalentemente dei bambini e dei più giovani. Al quarto anno di età, tutti i bambini dovrebbero essere visitati la prima volta».

Per quale ragione è importante sottoporli a una visita in così tenera età?

«Possiamo aiutare i genitori a eliminare abitudini viziate che inficiano la crescita del bambino, come ad esempio la suzione del dito, la deglutizione scorretta, il russamento notturno. Inoltre, offriamo spunti importanti per la prevenzione».

La prima panoramica?

«Andrebbe fatta a sei anni».

Studio dentistico Rivoli

 

Le radiazioni prodotte dalle lastre, però, sono nocive…

«È sicuramente più nocivo non essere a conoscenza dei problemi e ricevere diagnosi in tempi eccessivamente tardivi. Oggi esistono radiografi digitali a basso dosaggio che non espongono a rischio radiante il piccolo paziente. Dalla panoramica si ottengono numerose informazioni che, se raccolte in anticipo, possono migliorare il percorso terapeutico del paziente. Ci sono tantissimi casi di agenesie multiple – ovvero mancanze congenite di denti – collegate a sindromi genetiche più o meno manifeste. La conoscenza anticipata di simili quadri clinici permette al genitore di avere tutto il tempo necessario per comprenderli, gestirli e attuare le misure cautelative necessarie. Questa è prevenzione: tracciare un percorso diagnostico a tutto tondo partendo da una sola visita».

 

Come riuscite a occuparvi del quadro clinico completo del paziente?

«Abbiamo creato, in questi anni, una rete di collaborazioni con professionisti specialisti come pediatri, logopedisti, osteopati, ortopedici, allergologi, posturologi, con cui siamo in contatto quotidianamente. Il nostro piccolo paziente viene visitato e trattato da un team di esperti, i quali permettono un trattamento completo confrontandosi l’uno con l’altro e mettendo a disposizione le loro competenze in sintonia. Non vediamo solo denti, perché non si tratta solo di denti. Lavoriamo inoltre, e da diversi anni, insieme al primario di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale Regina Margherita di Torino, il dottor Paolo Tavormina, e questa collaborazione diretta ci permette una qualità di trattamento multidisciplinare più unica che rara. Stabiliamo l’iter terapeutico insieme, quello che possa essere più efficace per la salute e la qualità di vita del bambino. Non immagina, ad esempio, quanto e come cambia un bambino dopo un’operazione di rimozione adenoidi congiunta ad apparecchio ortodontico di espansione del palato. La possibilità di respirare bene, non russare e non ammalarsi più permette una vita completamente diversa a lui e ai genitori».

 

Per quanta attenzione rivolgiate ai più piccoli, gli strumenti del dentista restano gli stessi. Che valore aggiunto offrite per rendere le visite meno traumatiche?

«Accogliamo i giovani pazienti in tre sale d’attesa di 70 metri quadri l’una dedicate alle varie fasce di età, affinché si sentano coccolati. I ragazzi giocano ai videogame, i bambini colorano e fanno giochi didattici – l’ambiente divertente disegnato sulle loro esigenze è la buona partenza necessaria – Esistono studi specifici al riguardo, utilissimi per accogliere adeguatamente e far rilassare anche i più piccoli, rendendoli protagonisti di racconti fantasiosi, ma senza omettere i vari passaggi che si compiono. Poi viene in aiuto la tecnologia, come le impronte in digitale, di altissima precisione e che non provocano fastidio come le vecchie paste da impronta, o la sedazione cosciente, un gas misto di azoto e ossigeno inalato tramite una mascherina apposita per il bambino, che riduce la percezione di tempo trascorso e pressione in bocca durante la seduta».

 

Oltre all’accoglienza, tenete molto alla sicurezza dei vostri pazienti, tematica protagonista al giorno d’oggi….

«La sicurezza sanitaria in ampi spazi (più di 500 metri  quadri) è da noi assicurata. Siamo gli unici, tra gli studi privati, a possedere un ricircolo continuo di aria con raggi ultravioletti, germicida e con tecnologia della NASA certificata American FDA, che rende l’aria completamente disinfettata in tutti gli ambienti».

 

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Perché mettere apparecchi da piccoli? Non è meglio raddrizzare i denti permanenti?

«Al contrario. Nel prossimo futuro, l’unica e sola ortodonzia che si praticherà sarà di tipo “intercettivo”: è proprio in presenza dei denti da latte che si possono modificare le strutture di sostegno – ossa e muscoli – creando il giusto perimetro che consentirà ai denti permanenti di occludere in modo corretto, senza bisogno di una seconda fase. Se le chiedessi di scegliere per sua figlia tra un apparecchio fisso per quattro anni, durante le scuole medie e il liceo, e un apparecchio alle elementari, da indossare solo a casa e di notte per un anno e mezzo, cosa preferirebbe?».

 

E i costi? Quelli dei dentisti italiani sono notoriamente alti…

«Il prezzo dipende da tanti fattori. Quando si fa prevalere il risparmio sulla qualità, si è spesso costretti a rifare due volte lo stesso lavoro. Basti pensare che il 30% dei pazienti che si rivolgono a me lo fa perché insoddisfatto del trattamento pregresso. A proposito di costi, meritevole di attenzione è il nostro studio del caso ortodontico, necessario per analizzare il caso di ogni paziente in dettaglio, avere una diagnosi chiara e formulare un percorso terapeutico efficiente, perché ogni bambino è unico. Gesto di enorme superficialità diffuso tra i colleghi è consegnare un piano terapeutico con preventivo economico a un piccolo paziente, senza eseguire lo studio del caso ortodontico; al contempo, gesto di mancata responsabilità professionale è non consegnare al paziente una diagnosi chiara e usufruibile. Noi di Kinderdental & Family puntiamo alla prevenzione e, pertanto, crediamo che lo studio del caso ortodontico debba essere accessibile a tutti, invece sul mercato si trova spesso proposto a prezzi esorbitanti (da 200 a 500 euro). Qui impieghiamo circa cinque ore a paziente per raccogliere i dati diagnostici, assemblare le foto, i tracciati, formulare la diagnosi in termini tecnici ma con spiegazione semplice e divulgativa, inserire i grafici posturali ed esempi di trattamento per il genitore, in uno studio che viene firmato e convalidato anche dal professor Arturo Fortini e che risulta chiarissimo, senza quelle omissioni tipicamente funzionali a nascondere errori e lacune. Il nostro prezzo è di 160 euro. Pensi che in ospedale costa 171 euro. Lo studio viene poi consegnato al genitore, il quale può anche decidere di presentarlo ad altri studi professionali per una second opinion. Ci occupiamo, inoltre, di eseguire trattamenti “pro bono” per famiglie in difficoltà economica o con storie di vita particolari».

Ha nominato il professor Arturo Fortini. Ho visto che collabora con voi…

«Il professor Arturo Fortini è uno degli ortodontisti più capaci e noti nel panorama nazionale e internazionale. Ha creato una tecnica ortodontica fissa (nota come Step System) con materiale tutto italiano (Leone) ideato e prodotto a Osmannoro, in provincia di Firenze. Gode di due titoli di certificazione internazionale di eccellenza ortodontica (Italian and European Board of Orthodontics). È professore a contratto presso l’Università degli Studi di Tor Vergata Roma, Scuola di Specializzazione in Ortognatodonzia, nonché professore di Ortodonzia Clinica alla Facoltà di Scienze Mediche di Malta UCM (United College of Malta). È stato presidente dell’Accademia Italiana di Ortodonzia. Nel nostro ambito è un maestro, insegnante di tutti noi, da cui tutto il mondo ortodontico contemporaneo ha imparato. Il professor Fortini è il responsabile scientifico di Kinderdental & Family e supervisor trimestrale di tutti i casi ortodontici in cura. Viene ogni tre mesi per supervisionare, controllare e guidare tutte le scelte ortodontiche e i piani di trattamento dei nostri pazienti, e noi ci nutriamo della sua esperienza. È un po’ come se lei aprisse un ristorante e avesse come supervisore lo chef Carlo Cracco, che ogni tre mesi giunge nella sua struttura a visionare la sala, stabilire il menù e fornire i suoi personali segreti per eseguire le migliori ricette. Condizione più unica che rara».

A proposito di fatti rimarchevoli, so che collabora con l’Ospedale di Pisa per la labiopalatoschisi…

«Sì, e sono orgogliosa e onorata di collaborare con il dottor Gian Luca Gatti, direttore del Reparto di Chirurgia Plastica dell’Ospedale Santa Chiara di Pisa, nonché il chirurgo che in questi ultimi anni opera più casi di labiopalatoschisi in Italia, superando i 300 casi ogni anno. È assistito dal dottor Alessandro Giacomina e da un team di esperti che fanno parte del Percorso Labiopalatoschisi di Pisa. Per questioni tecniche, tutti i bambini con labiopalatoschisi hanno bisogno di un apparecchio e servono ortodontisti specialisti nel trattare questi casi, che seppur complessi hanno necessità di un trattamento ortodontico semplice ed efficace con mezzi e dispositivi il più possibile customizzati. Per fare ciò servono tecnologia all’avanguardia e una preparazione specifica, e sono entusiasta di essere riferimento per tanti bambini con labiopalatoschisi, che hanno affrontato sfide importanti sin da neonati e meritano una crescita serena e cure efficaci».

Crede nel ruolo sociale dell’odontoiatra?

«Credo che il medico, in quanto tale, abbia una specifica missione: produrre salute e benessere sociale. Sento la responsabilità del mio ruolo, dei bambini che mi vengono affidati e che vanno tutelati, ma anche stimolati e divertiti. Per questo mi impegno molto a studiare, a migliorarmi ogni giorno e a proteggere i miei pazienti, creando con loro un rapporto profondo ed empatico. Ho appena concluso  un  dottorato  di  ricerca  europeo  di  quattro anni, non retribuito, sulla relazione esistente tra postura del corpo, colonna vertebrale e occlusione dentale, che mi ha arricchito moltissimo. Ecco cosa fa la differenza: fare agli altri bambini quello che vorresti fosse fatto a tuo figlio».

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